“L’apprendimento è bidirezionale: impariamo dall’ambiente e l’ambiente impara e modifica grazie alle nostre azioni”
Albert Bandura
Coping Power Scuola
Programma e Formazione docenti
Il Coping Power Scuola è un programma per lo sviluppo di abilità sociali integrato nella programmazione didattica in linea con le Indicazioni Nazionali 2012, svolto sulla classe dai docenti per sviluppare abilità sociali, emotive e relazionali. Nelle nostre scuole sono presenti una serie di comportamenti e condotte che, anche se non arrivano a rappresentare un disturbo conclamato, hanno effetti negativi all’interno della classe e spesso sono difficilmente gestibili dai docenti. Si tratta delle cosiddette “classi difficili”, caratterizzate da scarso rispetto delle regole, aggressività, comportamenti oppositivi-provocatori e difficoltà di autocontrollo, che spesso mettono a dura prova le capacità relazionali e le doti umane degli insegnanti. Di conseguenza, in queste classi si riducono il rendimento e il benessere socio emotivo, impedendo agli alunni di raggiungere il loro potenziale scolastico.
Negli anni, l’evidenza sempre più tangibile di tale problematica ha fatto sì che nel 2009, all’interno del progetto sperimentale di psicologia scolastica è stato presentato “Il Coping Power Scuola (Coping Power Universal – CPU)”(Bertacchi, Giuli, Muratori, 2016), un programma di prevenzione universale per la gestione e il controllo della rabbia per i bambini della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado, efficace nel ridurre in modo significativo una serie di problematiche emotivo-comportamentali e relazionali (Lochman e Wells, 2004; Muratori et al., 2014). Nello specifico tale intervento viene esteso a tutta la classe permettendo di intervenire non solo sulle condotte più gravi, ma anche su tutte le forme più sfumate, così come sui comportamenti di inibizione, chiusura e ritiro sociale. La classe permette di attivare esperienze di tipo cooperativo, attraverso le quali anche gli alunni che non presentano particolari problematiche possono mettere in campo le proprie abilità emotive e relazionali per aiutare i compagni in difficoltà, avendo dunque la funzione di modello positivo.